Il nostro mondo ratto
La nostra vita con i ratti comincia nel 2012 nella maniera più sbagliata: eravamo andati a comprare il cibo per i nostri gatti ed in negozio abbiamo notato questo rattone tutto marrone scuro e abbiamo chiesto alla commessa come mai avessero un ratto.
La risposta ci ha turbato molto: “è un ratto da pasto per serpenti”.
Siamo andati a casa e per i due giorni successivi ci abbiamo rimuginato sopra, non riuscendo ad accettare il fatto che si potessero acquistare animali vivi come pasto per altri animali da compagnia. Successivamente siamo andati in negozio e abbiamo comprato il ratto, per il quale avevamo scelto il nome Ozzy, la gabbia più grande che avessero e tutto il necessario. Una volta portato a casa e sistemato nella sua nuova dimora, abbiamo cominciato a cercare informazioni in internet, scoprendo che una cosa fondamentale è non farli vivere da soli, ma con almeno un compagno. Dopo un po’ siamo quindi tornati in negozio e abbiamo chiesto se avessero un altro ratto maschio e alla risposta affermativa, abbiamo comprato il secondo, Ronnie. Non abbiamo ricevuto molte informazioni su come gestire questi animali, ma almeno ci hanno spiegato che prima di metterli in gabbia insieme, dovevamo farli conoscere, magari tenendoli in due gabbie diverse, ma nella stessa stanza… cosa che, oggi sappiamo, non essere ideale, perchè avvertire la presenza di un simile, senza potersi “scambiare le dovute opinioni“ può essere frustrante. Ad ogni modo, dopo qualche tempo abbiamo provato a metterli insieme e abbiamo visto che andavano d’accordo, fin troppo d’accordo… fino a quando abbiamo notato che Ronnie stava diventando una pallina, una piccola scamorza bianca, e a quel punto abbiamo capito che Ronnie in realtà era una femmina ed era gravida (alla faccia delle assicurazioni del negozio sul sesso del rattino). La gravidanza era ormai avanzata e infatti, dopo pochi giorni, Ronnie, nel frattempo ribattezzata Alice, ha dato alla luce ben 17 fagiolini rosa!! Cosa fare? Come gestire tutti questi piccoli, che a breve sarebbero diventati adulti e fertili a loro volta? Abbiamo così coinvolto una nostra amica, attiva nel volontariato del mondo animale, che si è subito attivata: grazie a lei siamo riusciti, una volta svezzati, a far adottare 15 piccoli, mentre due maschietti, Ronnie e Phil, li abbiamo tenuti (in seguito abbiamo fatto sterilizzare loro ed il papà, in modo da tenere la famigliola unita in un’unica gabbia). Nonostante le difficoltà iniziali, la carenza di informazioni (all’epoca si trovava qualcosa in internet, ma non così tanto come oggi), i quattro pelosetti sono entrati a fare parte della nostra famiglia e del nostro cuore. Con questa prima colonia abbiamo fatto molti errori… purtroppo l’esperienza, in mancanza di aiuti esterni, si ottiene sbagliando e purtroppo sbagliando sulla loro pelle. Dopo un anno sono cominciati i primi problemi di salute. Allora non sapevamo dell’esistenza di veterinari specializzati in esotici, non sapevamo neanche che i ratti fossero considerati animali esotici, quindi mi rivolsi al mio veterniario di fiducia, che per fortuna aveva un po’ di esperienza e che li ha curati, quando è stato possbile. Questi animali, tuttavia, hanno una vita breve e nel giro di tre anni, uno alla volta ci hanno lasciato. L’ultimo, Ronnie, ha trascorso gli ultimi mesi da solo, perchè avevamo deciso di non tenerne più… troppo doloroso vederli andare via così presto. La cosa giusta sarebbe stata cederlo, per non farlo vivere da solo i suoi ultimi mesi, ma onestamente, non sapevo come fare, anche perchè trovare adozione per un ratto anziano non è mai semplice. A quel punto pensavamo che la nostra breve avventura con i ratti fosse finita, ma non è stato così. Nel 2020, la volontaria che ci aveva aiutato con i cuccioli anni prima mi chiama per chiederci se fossimo disposti a prendere in stallo tre ratti in attesa di trovare loro una famiglia. Per uno di loro abbiamo trovato quasi subito un’ottima adozione, mentre per gli altri due non si riusciva a trovare una sistemazione affidabile. Era l’autunno del 2020, zone rosse, zone arancioni, zone gialle, coprifuoco e lockdown, quindi difficile anche organizzare staffette. Passano i mesi e mio marito ed io, sempre più innamorati dei due rattini rimasti, decidiamo di tenerli, chiamandoli Lemmy e Freddy. Dopo poco però, purtroppo Freddy si ammala e, nonostante le cure, vola sul ponte. È a questo punto, che decidiamo di contattare RatRescue, della cui esistenza nel frattempo eravamo venuti a conoscenza, per poter adottare un compagno per Lemmy. Di lì a poco Duff entra a far parte della nostra famiglia. RatRescue è stata da quel momento un supporto fondamentale per la gestione dei nostri ratti: siamo stati assistiti in tutto per quanto riguarda l’inserimento, per scegliere un sottofondo più consono, per acquistare il cibo migliore ed in seguito anche per aquistare una gabbia che fosse più idonea come dimensioni e anche (cosa da non trascurare) più semplice da pulire. Poco dopo decidiamo di allargare ancora la nostra piccola colonia, accogliendo Nikki e Sixx. Il loro inserimento non è stato semplice, ma con il supporto di RatRescue ce l’abbiamo fatta. In questo caso si è reso necessario sterilizzare tutti e quattro i ratti, per calmare i bollenti spiriti, soprattutto di Nikki ed è a questo punto che il mio veterinario, mi ha consigliato un suo collega, titolare di una clinica specializzata in animali esotici e non convenzionali, e da allora ci rivolgiamo sempre a loro per quanto riguarda i ratti. Purtroppo questa clinica specializzata si trova a 40km da casa nostra, quindi non è sempre semplice, dal punto di vista logistico, riuscire ad organizzarsi, ma in qualche modo si fa. Questi quattro ragazzi sono stati quelli con cui la nostra consapevolezza è cresciuta: anche se abbiamo amato i ratti che li hanno preceduti, siamo coscienti del fatto che la nostra gestione non è stata ottimale per loro, ma possiamo dire che abbiamo fatto il meglio che potevamo, con le informazioni che avevamo. Con loro abbiamo imparato tante cose sulla gestione dei ratti (e ancora ne impareremo), cose che possono spaventare chi si approccia a questo mondo e che le scopre tutte in una volta, ma ci si abitua e ci si adegua, cercando di avere rispetto della loro natura e soprattutto godendo della loro pucciosa compagnia e della loro intelligenza. Intelligenza, sì… i ratti sono animali intelligenti, attivi, che amano giocare, allestire la loro tana, interagire tra di loro e con i loro umani, rubarsi il cibo, a volte farsi coccolare (non tutti sono particolarmente coccoloni, però). Queste loro caratteristiche stimolano anche la creatività di noi umani, che possiamo sbizzarrirci per creare giochi e passatempi per loro, per la maggior parte utilizzando materiali di scarto, una sorta di pop art rat edition! Sì, perchè si possono sfruttare scatole di cartone, vecchi abiti ormai dismessi, i cartoni delle uova… ma anche volendo acquistare alcuni arredi per la gabbia, si tratta di spese normalmente alquanto contenute. Volete fare felice il vostro ratto? Dategli tanta carta da cucina o fazzoletti o comune carta, magari dentro una scatola dove loro possono scavare e cercare i premietti che avrete nascosto lì per loro. Avere una colonia di ratti ci insegna anche a distinguere gli aspetti caratteriali peculiari di ognuno di loro: ci sono i ratti dormiglioni, quelli iperattivi, quelli golosoni, quelli coccoloni, quelli timidi, quelli un po’ birbantelli e mordaci.. ma non ci sono ratti cattivi. Nel mondo animale la cattiveria non esiste… esistono però situazioni pregresse che possono aver condizionato il loro carattere. Alcuni ratti vengono recuperati da situazioni veramente brutte e con loro ci vuole pazienza, magari non si riuscirà mai a vederli rilassati nel farsi prendere e manipolare. In questi casi è giusto provare ad ottenere una maggiore confidenza con loro, ma a volte anche lasciare le cose come stanno e rispettare la natura di ogni singolo individuo. In ogni caso, qualunque sia la loro indole, sono animali che ti lasciano qualcosa nel cuore, che ricordi sempre con affetto anche anni dopo la loro dipartita.
Al momento noi siamo arrivati a quota 14 ratti dal lontano 2012: Ozzy, Alice, Ronnie, Phil, Freddy, Lemmy, Duff, Nikki, Sixx, Nergal, Dimebag, Zakk, Varg e Kerry, di cui solo gli ultimi tre sono ancora vivi. Ognuno di loro è un pezzo del nostro cuore, vivono poco, ma lasciano il segno e sono come le ciliegie: uno tira l’altro! Avere ratti comporta delle rinunce, così come avere altri anmali, ma è importante, per non dire fondamentale, considerarli parte della famiglia. I ratti mangiano, bevono, sporcano, si ammalano, rosicchiano, ma ti riempiono la vita. Bisogna essere disposti a sopportare un po’ di disordine e un po’ di puzza, altrimenti meglio lasciar perdere. Scegliere di accoglierli nella propria famiglia deve essere una scelta consapevole in tutti i sensi.
Io penso che per prima cosa si debbano valutare i seguenti aspetti:
1. Avere in casa uno spazio idoneo per la gabbia e per le ore di libera uscita, sicuro per loro e che possa essere messo al sicuro dai loro dentini
2. Avere in un raggio ragionevole di km un veterniario speciazzato in esotici (meglio ancora se con il pronto soccorso h24)
3. Avere un ratsitter che possa prendersi cura di loro durante le assenze/ ferie
4. Avere disponibilità economica per le spese veterinarie, che possono essere importanti (la gestione quotidiana non è particolarmente costosa, ma le cure sì)
Se queste quattro condizioni sono soddisfatte, il resto alla fine viene da sé, basta avere la volontà e farsi aiutare in caso di dubbi. La cosa importante è non farsi spaventare, perchè mettendo sul piatto della bilancia le difficoltà e il bene che se ne ricava, questa pende decisamente dal lato positivo.
Stefania e Maurizio
Empatia
Ho sempre cercato di essere empatico con tutti gli animali (dopotutto siamo animali noi stessi), ma è stata la convivenza con dei ratti a insegnarmi davvero quanto spiccata possa essere l’individualità anche dei più piccoli mammiferi.
Vorrei quindi raccontare le storie e le personalità di due ratti meravigliosi e agli antipodi: Nina e Berni.
Nina venne a vivere da me assieme a sua sorella e alla mia compagna Valentina, che già viveva assieme a queste due rattine.
Nina mi ha presentato il suo carattere unico a forza di crimini ben congegnati. Aveva una grande passione per il collezionismo di oggetti trafugati. Ma non era un semplice sgraffignare. Nina era arguta e scaltra. Arraffava calzini quando sapeva di non essere osservata, fingeva noncuranza altrimenti. Era anche un’amante del cassone del letto, ed è quasi sempre riuscita a infilarcisi, sfidando l’inventiva mia e di Valentina nell’escogitare sempre nuove barriere. Verso gli ultimi mesi sviluppò anche una brama per l’armadio, che passava a controllare con costanza, sperando di trovarvi uno spiffero dimenticato aperto per cercare di aprirlo. “Cerca sistematicamente punti di cedimento e ha buona memoria”, diceva Robert Muldoon (Jurassic Park) della sua velociraptor.
Nina era una piccola criminale, indipendente e intelligente, con i suoi spazi e le sue fissazioni. È sempre stata buona con noi e ci voleva bene, ma al contempo ci ha insegnato a rispettare e accettare le rispettive individualità. Un’anima punk.
Berni invece è stato un fratellino che ci ha accolti nella sua colonia. È venuto a stare da noi assieme a suo fratello Rémi quando i due avevano 8 mesi ed erano già stati sballottati per diverse case. All’inizio erano diffidenti: si riparavano dentro un piccolo astuccio per matite, con solo i nasi a spuntare fuori, tanto che “Berni” deriva da “bernardo”, come il paguro nella sua conchiglia.
Ma, dopo qualche tempo, Berni ha cominciato a farsi avanti. In poche settimane, siamo diventati amici. Berni mi ha accolto nella colonia dandomi la sua fiducia. Ha dimostrato il suo affetto a ogni occasione: dandomi baci, pulendomi con cura la barba, acconciando i capelli di Valentina; quando tornai da un calcetto con le ginocchia sbucciate, cercò con insistenza di curarmi con la sua piccola linguetta, e non fu facile convincerlo a lasciar stare i miei cerotti.
Se Nina mi ha insegnato a conoscere e rispettare il suo rattocarattere indipendente, Berni mi ha mostrato cosa sono la fiducia e l’affetto di un ratto. E non esiste elogio più grande che venire trattati “da Ratto” alla pari: perché, se un ciuffo di utopia da 380 grammi si fida di un mostro rosa da 75 chili e spende per accudirlo ore del suo prezioso tempo (per un ratto un giorno equivale a un mese umano!), allora tutti possiamo prendere esempio ed essere persone migliori. Anche se non saremo mai persone brave come Berni.
Luca
Vivi o congelati?
Confesso: all’inizio ho sbagliato tutto.
Mio figlio Francesco voleva un ratto.
“Un ratto? Sei sicuro? Abbiamo già un cane e un gatto… Non ti piacerebbe un topino? Un criceto? Un petauro dello zucchero? Uno scoiattolo, magari? Un orsetto russo? Un porcellino d’India? Un coniglio nano?”
Niente da fare. Inamovibile: voleva un ratto.
Non che io sia razzista, per carità, ma già solo il nome evoca malattie, sporcizia… e poi, quella coda!
Ma va bene, ho pensato, che ratto sia!
Ordiniamo una bella gabbia su internet e ci fiondiamo in un noto negozio di animali a Genova.
“Buongiorno, vorremmo due ratti femmine.”
La risposta del commesso ci ha raggelato:
“Vivi o congelati?”
(No, non è uno scherzo.)
Con “ tutta la delicatezza del caso”, ha iniziato a sollevare code da una gabbia in cui c’erano almeno una ventina di ratti adulti. Ne abbiamo scelti due. Ce li hanno messi in una scatolina di cartone (sì, una scatola di cartone!) e, mentre pagavamo, il proprietario del negozio ci ha “tranquillizzati”:
“Potrebbero essere incinte, ma non c’è problema, potete riportarci i piccoli.”
Io, ingenua: Che bello, dei cucciolotti!
(Spoiler: NON è stato bello all’inizio.)
Per fortuna, nella mezz’ora di macchina, non sono riuscite a bucare la scatola. Il negoziante ci aveva raccontato, ridendo, che un cliente ancora cercava il ratto scappato nella sua auto.
Avril e Hailey – così le abbiamo chiamate – dopo pochi giorni avevano la dissenteria, probabilmente per la verdura fresca. Si grattavano parecchio, avevano bollicine sulle orecchie… e, sorpresa, le pancine crescevano.
Poi, una notte, abbiamo sentito dei flebili squittii. Erano nati! Prima Hailey, poi Avril: quindici minuscoli rattini nascosti nella tana.
Panico totale.
E quella domanda che mi rimbombava in testa: vivi o congelati?
No, non li avremmo mai riportati in quel negozio.
Disperata, mi metto a cercare online e trovo la mia salvezza: l’associazione Rat Rescue. Martina e Giulia ci hanno subito accolti (virtualmente), rassicurati e spiegato tutto. Avrebbero preso in carico i piccoli una volta cresciuti.
Io, che ho avuto animali di ogni tipo, non avevo mai avuto dei ratti. E l’ansia era alle stelle.
Leggevo tutto quello che potevo, ma le mamme erano diffidenti, non si facevano toccare. Mi dicevano: “maneggia i cuccioli ogni giorno”. Ma io leggevo che, se stressate, le madri potevano arrivare a… mangiarseli. Aiuto.
Un giorno torno a casa e vedo Avril che respira a fatica.
A Chiavari, dove viviamo, c’è un solo veterinario per animali esotici, ma non ha disponibilità.
Troviamo un altro a Genova e ci imbarchiamo nella nostra prima trasferta veterinaria. Avril resta una notte sotto ossigeno, non sanno bene cosa abbia le prescrivono antibiotici e antinfiammatori , e ci danno un antiparassitario per gli acari (è per questo che si grattano).
Per un ratto pagato 7 euro, abbiamo speso 250 euro. Ma ormai… non è “un” ratto. È Avril. Paurosa, sì. Ma simpatica. E le vogliamo bene.
Scopriamo anche che la gabbia iniziale, che ci sembrava enorme, in realtà è troppo piccola. Ne prendiamo un’altra: enorme davvero.
Vi ho raccontato tutto questo per dirvi una cosa: non comprate ratti nei negozi.
Sono animali sfruttati, spesso malati, allevati in condizioni pessime. Comprandoli, non solo vi mettete nei guai, ma alimentate un commercio sbagliato.
Meglio informarsi bene, seguire i consigli di chi ne sa davvero, e – soprattutto – adottare.
Sì, adottare!
Le associazioni come Rat Rescue fanno un lavoro straordinario, salvano vite minuscole ma piene di dolcezza e intelligenza. I ratti sono animali curiosi, affettuosi, pieni di personalità. E se gliene date la possibilità, vi ruberanno il cuore.
Adottateli. Salverete loro… e anche un po’ voi stessi.
Katherine Podestà
A REMì, COME UN SOFFIO DI VENTO…
Nella mia vita sei stato
Come un soffio di vento,
TOPO CONTENTO.
Una luce abbagliante,
Che ti coglie all’istante,
Come il rombo del tuono,
Nel profondo ti scuote,
Col suo immenso frastuono.
Bianco e grigio,
Col tuo buffo sorriso,
Rosicchiando cartone,
Eri proprio un ghiottone,
Il profumo del miele,
Un amico fedele.
La palletta di gioia,
Che allontana la noia,
Un topino piccino,
Che ha insegnato qualcosa
A chi resta e prosegue
Questo lungo cammino.
Il tuo sguardo sornione,
Nostro dolce fifone,
Saltellavi nel rosa,
Annusavi, che cosa?
Gli infiniti bacini,
Resteremo vicini.
Un amore profondo,
Mille volte più grande
Del tuo piccolo mondo.
Una corsa infinita,
Che ha lasciato una traccia
Che io guardo stupita,
Continuando la vita.
Ti ho voluto un gran bene,
Te lo dico davvero
E ora spero soltanto,
In un giorno lontano,
Di poterti cullare
Ancora nella mia mano.
Nella mia vita sei stato
Come un soffio di vento,
TOPO CONTENTO
Alessandra e Giorgia