C’è un motivo perché il nostro logo rappresenta due ratti che si guardano e un cuore tra i due: non è per fare i sentimentali (magari giusto un po’…), ma al momento di pensare ad un’immagine che ci rappresentasse abbiamo realizzato che non avrebbe avuto senso ritrarre un ratto da solo… perché i ratti non sono mai da soli, o almeno non dovrebbero mai esserlo!
I ratti sono animali estremamente gregari, in natura vivono in grosse colonie familiari, è nel loro dna la vita di gruppo, essere molto comunicativi, fare squadra, stabilire dei ruoli gerarchici all’interno di quella che è una vera e propria società di individui, che collaborano in qualsiasi mansione necessaria.
Se per dividere la nostra vita con dei ratti certamente ci troviamo a far fronte a diverse spese, non possiamo pretendere che tutti abbiano la possibilità di accogliere un gruppo di ratti, ma il minimo indispensabile insindacabile è averne almeno due, così che, se anche non formano una colonia, possano comunque tenersi compagnia ed esplicare tutti quei comportamenti che solo un loro simile può comprendere.
In molti ci dicono “ma io ho moltissimo tempo libero, lo passerei sempre con il ratto, non si sentirebbe solo”.
Innanzitutto i ratti nonostante tutte le loro magnifiche qualità, purtroppo non possono parlare. È un dato di fatto, non possono dirci che vivono “bene”, o se vivono “bene, ma…”.
Secondo, per quanto ci sforziamo noi siamo umani, non siamo ratti. Siamo specie completamente diverse, di taglie completamente diverse, e noi non potremo mai comunicare come un altro ratto.
Certo, si può comunicare con loro, sono animali intelligentissimi, ma avete mai provato a vivere in un Paese straniero, conoscendo pochissimo la lingua? Ancora meglio pensate ad un paese di sordomuti, dove potete esprimervi solo a gesti e senza riuscire a farvi capire nemmeno troppo bene. Quanto reggereste? Non vorreste avere anche qualcuno con cui parlare finalmente la vostra lingua liberamente, con la consapevolezza di essere capiti e di capire quello che sta dicendo l’altra persona?
Provate ad immaginare una situazione simile e poi moltiplicate la sensazione per 10 volte. Sì perché per il ratto non siete solo stranieri e sordomuti, ma anche di un’altra specie!
Possiamo trovare vie di comunicazione con i nostri ratti, ma non saranno mai quelle naturali: i ratti usano moltissimo gli ultrasuoni, si fanno proprio delle gran chiacchierate! Peccato, noi non possiamo sentirli né rispondergli.
I ratti tra loro giocano, si groomano, si contendono il cibo, mettono in pratica dei comportamenti rituali propri della specie, cascasse il mondo dormono insieme sempre appiccicati, e fanno mille altre attività che probabilmente nemmeno siamo in grado di percepire.
E noi? Noi possiamo imitare il loro gioco e un blando grooming con la mano… non sembra quasi ridicolo a confronto?!
Terzo, non potrete mai passare con loro abbastanza tempo: i ratti sono crepuscolari/notturni, la loro maggiore attività la svolgono di notte.
Possono abituarsi a leggere variazioni, svegliarsi nel tardo pomeriggio anziché a notte fonda, ma non possiamo nemmeno sconvolgere il loro bioritmo, i ratti sono “studiati” per vivere con il buio, il loro maggiore livello di attività sarà fisiologicamente di sera/notte. E non c’è nulla da fare, noi di notte dormiamo!
E non parliamo solo della notte: c’è la scuola, il lavoro, l’aperitivo, la cena fuori, andare a fare la spesa, eccetera eccetera eccetera. Non potrete stare con lui tutto il giorno tutti i giorni.
Quando avete già un ratto è difficile spiegarvi che grande differenza c’è nell’averne due, voi vedete il vostro ratto amato e coccolato oltre ogni dire, e non abbiamo dubbi che riceva le migliori attenzioni del mondo. Ma non avete mai visto come sono due ratti, o ancora meglio come vivono i ratti in una colonia numerosa: torniamo dunque al punto di partenza, il ratto non può dirci quanto sia felice!
Quando arriva il secondo (oppure dalla coppia si passa ad un gruppo) capite cosa intendiamo, quanto sono più realizzati, attivi, appagati, finalmente liberi di esprimersi in quanto ratti, e senza nulla togliere al rapporto con voi, anzi rendendolo più sano.
Molti ratti solitari sono morbosi con il proprietario, il che non è una dimostrazione di affetto, ma un attaccamento ai limiti del patologico. Se un ratto viene tenuto per troppo tempo da solo, soprattutto se preso da cucciolo, potrebbe sviluppare delle “crisi d’identità”, problemi comportamentali che lo porteranno a non riconoscere altri ratti come simili e/o a non volerne la compagnia, averne paura o avere reazioni di aggressività.
Altre volte i ratti non ben socializzati con le persone sono molto insicuri e timorosi nel nuovo ambiente, ma questo può capitare anche con ratti correttamente socializzati, che appena separati dal gruppo e portati a casa subiscono un periodo di spaesamento generale. Il fatto di stare soli, senza avere un compagno almeno per supporto morale e che li renda più tranquilli e sicuri di sè, fa sì che siano ancor più spaventati e meno inclini alla socializzazione con l’uomo.
Per questo ci raccomandiamo di cominciare sempre almeno con due ratti; prendendo un cucciolo da solo (anche se la nostra intenzione è prendergli un compagno più in là) potremmo pregiudicarne la corretta socializzazione e dopo sarà complicato se non impossibile correre ai ripari, e avremo rovinato un animale.
I ratti in compagnia sono semplicemente sani, fisicamente e mentalmente. E continueranno a cercarvi come facevano prima, il rapporto con voi sarà assolutamente identico… solo che non li lascerete mai da soli, perché non lo saranno 🙂
Dato che inizialmente abbiamo citato le spese da affrontare, è giusto parlare anche di questo. A livello di mantenimento base, due ratti non costano più di uno.
La gabbia per uno o due ratti è esattamente la stessa, mangiano talmente poco che i costi del cibo sono trascurabili, la pulizia della gabbia idem, l’unica cosa che cambia davvero sono le spese mediche.
Le visite di controllo di solito sono “cumulative”, ma in caso di interventi sul singolo, operazioni chirurgiche, indagini diagnostiche, ecc, è ovvio che i costi raddoppino.
In conclusione se non abbiamo una condizione finanziaria stabile o almeno un bel fondo di emergenza per le spese mediche improvvise, la soluzione non è prendere un ratto solo, ma non prenderne affatto.
Amarlo significa rispettarlo e rispettare quindi anche la sua natura di animale sociale.
Aspettiamo piuttosto un momento più favorevole per potergli garantire tutto ciò di cui ha bisogno, compagnia compresa! 🙂