Parassiti

Questo articolo è un estratto dal The Rat Press di giugno 2017, per un'esperienza di lettura migliore e completa vi consigliamo di leggerlo da lì :)
A cura di Valeria Campagna

 

I parassiti che vivono sull’ospite, tra pelle e pelo, sono detti ectoparassiti, mentre quelli che vivono all’interno del suo corpo vengono definiti endoparassiti.
In questa sede approfondiremo gli ectoparassiti, che risultano essere uno dei problemi più comuni riscontrati sui ratti domestici, sebbene questi vivano in casa e in ambiente controllato.

Come avviene il contagio?

Solitamente il contagio avviene per contatto diretto tra soggetto sano e soggetto parassitato.
E’ bene però specificare che non sempre il soggetto parassitato presenta sintomi evidenti: i parassiti infatti possono essere presenti e restare silenti anche per molto tempo, per poi rivelarsi in momenti di particolare stress per l’animale (cambio di temperatura, spostamenti, difese immunitarie più deboli, ecc.). Per tale motivo non basta vedere un animale per essere certi che non sia parassitato.
Il contatto diretto, tuttavia, non è l’unico metodo di contagio.
Anche lettiere, cibo e oggetti possono divenire veicolo di parassiti, se conservati male o in ambiente poco idoneo.
Infine, un’importante fonte di contagio è rappresentata dall’uomo stesso, che transitando negli ambienti più disparati può poi rappresentare un rischio per i propri animali domestici.

Per evitare il contagio è di grande aiuto impegnarsi nella prevenzione grazie ad alcuni accorgimenti:

  • Mantenere i ratti in buono stato di salute e pulire regolarmente gabbia ed oggetti.
  • Nel caso fossero presenti fori sulle confezioni di alimento e lettiera o nel caso si avessero dubbi sulla loro conservazione, può risultare utile congelare i prodotti prima di utilizzarli.
    Il freddo infatti uccide gli ectoparassiti.
  • Sottoporre qualunque nuovo ratto a visita veterinaria e quarantena prima di inserirlo nella propria colonia.
  • Se si entra in contatto con animali altrui, soprattutto se sconosciuti, lavare accuratamente le mani e cambiarsi d’abito prima di interagire coi propri ratti.
  • Se si portano i propri ratti in ambiente esterno, è bene evitare luoghi nei quali possano transitare anche roditori selvatici. Occorre inoltre prestare attenzione all’eventuale ingestione da parte dei ratti domestici di insetti o animaletti selvatici, che possono veicolare a loro volta diversi parassiti.

Quali sono i sintomi?

Alcuni sintomi sono riscontrabili in tutte le infestazioni da ectoparassiti e sono:

  • Forte prurito, con conseguente grattamento, che può essere intermittente o persistente.
  • Perdita di pelo.
  • Mantello opaco.
  • Abrasioni ed escoriazioni sulla pelle, con eventuali croste, in particolare nella zona del collo e delle scapole. Queste son causate sia dal parassita stesso che dal ratto, che si gratta a causa del fastidio arrecatogli dal parassita.
  • Anemia, solamente nei casi più gravi e con infestazioni massicce.

Esistono poi ulteriori sintomi, specifici in base al tipo di parassita che ha attaccato il ratto:

  • Acari: non sono visibili ad occhio nudo, ma danno lesioni piuttosto caratteristiche. In caso di infestazione da parte di acari scavatori è possibile osservare la presenza di croste e lesioni a livello di padiglione auricolare, ma talvolta riscontrabili anche sulla coda, sul naso e sui genitali. In presenza di specie di acari meno aggressive invece non sono presenti croste sulle zone sopra citate, ma è possibile notare la presenza di molta forfora tra il pelo: cioò è dovuto al fatto che il parassita, muovendosi tra la pelle del ratto, stacca detriti cellulari e strati superficiali di cute, di cui può anche nutrirsi. In entrambi i casi l’animale avrà un forte prurito e tenderà a grattarsi spesso ed eccessivamente.
  • Pidocchi: risultano talvolta visibili ad occhio nudo e si presentano come “puntini” rossastri.
    Le uova, chiamate lendini, si attaccano al pelo tramite una sostanza cementante e pertanto è possibile scorgerle sul mantello dell’animale sotto forma di pallini bianchi.
    Per non confonderle con la forfora basta soffiare: le lendini resteranno adese mentre la forfora si sposterà.
  • Pulci: sia le pulci che le loro feci risultano visibili ad occhio nudo.
    Queste ultime appaiono come piccoli granelli scuri e, se disciolte in acqua, liberano un tipico colore rosso, dovuto alla digestione del sangue da parte del parassita.
  • Zecche: hanno dimensioni, forme e colori variabili, ma sono sempre visibili ad occhio nudo.
    Restano adese con la testa al corpo dell’animale e bisogna staccarle con attenzione o si rischia che una parte della zecca resti ancorata, provocando successivamente un’infezione.

 

Come si effettua la diagnosi?

Se si notano i sintomi sopra elencati, è bene portare i propri ratti in visita da un Medico Veterinario esperto in animali non convenzionali.
La diagnosi verrà effettuata molto semplicemente e senza particolare stress per il ratto:

  • Osservazione macroscopica
    Il Veterinario osserva il comportamento del ratto e controlla i punti critici e più comuni per le ferite inflitte dai parassiti o auto-inflitte dal ratto stesso in caso di infestazione.
    In alcuni casi (pulci, zecche, pidocchi) è possibile vedere direttamente il parassita.
  • Osservazione microscopica
    In seguito, se lo ritiene necessario, il Veterinario preleva un campione e lo osserva al microscopio ottico. Il campione può essere raccolto in vari modi: con una piccola spazzola di plastica, che raccoglie il materiale presente tra il pelo, o con un raschiato cutaneo, mediante l’utilizzo di una lametta.
    Il metodo più utilizzato e meno invasivo resta, tuttavia, lo scotch-test.
    Per effettuarlo il Veterinario utilizzerà un pezzo di nastro adesivo, avendo l’accortezza di spostare bene il pelo e di arrivare fino alla pelle dell’animale, dove lo farà aderire.
    Tale nastro adesivo verrà poi trasferito su un vetrino e si procederà all’osservazione microscopica del campione.

Qual è il trattamento?

Fortunatamente esistono in commercio diversi prodotti in grado di neutralizzare in un colpo solo tutti i parassiti sopracitati. Questi verranno prescritti dal Medico Veterinario, che sceglierà il prodotto più idoneo ai ratti da trattare (in base ad età, stato di salute, ecc.), con relativo dosaggio, che va sempre calcolato in base al peso dell’animale da trattare.
Nel caso di prodotti spot-on, spesso utilizzati per questo genere di trattamento, è bene assicurarsi di applicare le gocce direttamente sulla cute (e non sul pelo) e monitorare attentamente il ratto mentre il liquido si asciuga, impedendogli di leccarlo.

Risulta di estrema importanza trattare tutti i ratti della colonia, anche quelli che non presentano sintomi, perché l’assenza di sintomatologia non assicura l’estraneità al contagio e la vicinanza così stretta tra i soggetti favorisce lo spostamento dei parassiti tra un animale e l’altro.
In caso di positività, tutti i membri del gruppo vanno quindi considerati ugualmente parassitati.

Dopo aver trattato tutti i ratti presenti in casa (e anche altri eventuali animali domestici, nel caso di infestazione da parte di parassiti che colpiscono diverse specie), è bene pulire accuratamente anche la gabbia e i luoghi in cui i ratti solitamente soggiornano o passano parte del proprio tempo.
Se si utilizzano prodotti particolarmente forti per la pulizia, è bene sciacquare accuratamente e pulire ogni residuo prima di far tornare i ratti in contatto con ambiente e oggetti trattati.
Infine, se ci sono ratti che si feriscono pesantemente grattandosi, è possibile procedere con il taglio delle unghie, per permettere alla pelle di guarire più velocemente in attesa che cessi il fastidio dato dal parassita.
E’ importante non ricorrere mai al fai da te perché in animali di piccole dimensioni, come il ratto, anche solo una goccia in più o del prodotto sbagliato può avere effetti tossici irreversibili.

Ma questi parassiti sono pericolosi per l’uomo?

E’ bene specificare che la maggior parte dei parassiti che colpiscono i nostri animali domestici sono specie-specifici, ovvero si sono adattati per parassitare una sola specie animale.
Quindi, per esempio, i pidocchi dei ratti non si trasmetteranno all’uomo e viceversa.
I parassiti che più comunemente si adattano a tutte le specie (anche a cani e gatti, se questi sono presenti nello stesso ambiente) sono le pulci e le zecche, che tuttavia si trovano nel ratto con un’incidenza molto minore rispetto agli altri ectoparassiti sopracitati.

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