L’altra faccia del nudo

nudoQuesto sarà un articolo un po’ insolito, dato che raramente parliamo di genetica e varietà; non perché non ci piacciano, ma perché ci sono molti altri siti più specifici, e la differenza tra i vari colori e marking non è al centro dei nostri obiettivi di informazione.

Vogliamo però parlarvi dei ratti nudi, altrimenti chiamati Hairless, True Hairless, Very True Hairless (no, questo l’abbiamo inventato 😛 ), Fuzzy, ecc.
Sono ratti chiaramente senza pelo (chi più, chi meno) e chi li guarda può avere solo due reazioni possibili: o di traboccante tenerezza, oppure di estrema repulsione. Insomma, o piacciono o proprio non li si può vedere! 😀
Quindi, a questi ratti manca il pelo. Ma proprio tutto, idealmente dovrebbero essere completamente nudi, senza nemmeno baffi e ciglia. Poi in realtà qualcosa ci scappa, e di solito presentano dei piccoli baffi piegati e una leggera peluria sulla testa.

Layla_elisa_nuzzoMa non siamo qui a raccontarvi quanto siano carini e simpatici, se dopo la prima foto state andando avanti a leggere è chiaro che apprezziate questa loro particolarità 🙂

Vogliamo invece raccontarvi ciò che altri tacciono, molto spesso per semplice ignoranza (non vogliamo pensare che sia una scelta ponderata); in effetti in letteratura si trovano moltissimi articoli sui ratti nudi ma pare che questi non siano diffusi alle cerchie di estimatori di ratti da compagnia, men che meno italiani. In lingua inglese però si trova qualcosa, infatti all’estero dove i ratti sono più diffusi, il “tema ratti nudi” è ben conosciuto, e noi cercheremo di parlarvene nella maniera più chiara possibile.


Innanzitutto i ratti nudi non sono ratti normali. Si tende a considerarli una delle tante varietà, come il colore del pelo, la forma delle orecchie, il marking, insomma qualcosa che influisca solo sull’aspetto estetico dell’animale, tralasciando però che la genetica è molto più del colore di un animale.
I ratti nudi sono il risultato di una mutazione che non li rende solo diversi dagli altri, ma addirittura svantaggiati, potremmo dire disabili: tutte le altre varietà vanno a cambiare qualcosa al fenotipo ancestrale, ma non a togliere qualcosa ai ratti, come invece succede nella varietà nuda!

Iniziamo parlando delle difficoltà più conosciute, di tipo gestionale per così dire, quelle del tipo “ma sì, lo terrò in una stanza alla giusta temperatura e risolvo, che sarà mai”!

La presenza del pelo svolge importanti funzioni, che nel ratto nudo non possono venire esplicate:

  • È la naturale protezione della cute. ratwounds Svantaggi: i ratti nudi tendono a ferirsi molto spesso, anche solo giocando e dormendo con i compagni che con le unghie possono graffiarli (o possono farlo talvolta loro stessi grattandosi). Sono più predisposti di altri a sviluppare infezioni (più sotto vedremo perché), gli ascessi causati da feritine e graffi non sono infrequenti. La pelle sprovvista di protezione reagisce con una reazione di difesa attraverso la seborrea, una produzione eccessiva di sebo, per cui i ratti hanno un aspetto unto e dobbiamo aiutarli a pulire l’eccesso o a reidratare/nutrire la pelle con lozioni e olii quando necessario.
  • Aiuta a regolare la temperatura corporea.
    nuditaglia

    Differenza di taglia tra i nudi e i fratelli (foto dal web)

    Svantaggi: lo strato di pelo trattiene aria che fa da “cuscinetto” isolando il corpo quando fa troppo caldo o troppo freddo, senza pelo questo è impossibile, i ratti nudi soffrono molto il freddo e moltissimo il caldo, essendo molto più soggetti a colpi di calore d’estate.
    Per mantenere la temperatura corporea costante bruciano molte più energie di un ratto normale, i cuccioli hanno un tasso di crescita inferiore (fratelli messi a confronto sembrano appartenere a diverse cucciolate) e vanno alimentati con cibi più energetici del normale per tutta la vita.

  • La pelliccia serve anche a comunicare degli stati psico-fisici del ratto (dolore, malessere, paura, aggressività). Svantaggi: difetti di comunicazione.
  • Le vibrisse sono importanti organi di senso per i ratti (al pari dei nostri occhi, la vista invece è poco sviluppata), ma nei nudi sono molto corti e a volte del tutto assenti. Svantaggi: minore capacità di orientamento e percezione del proprio corpo nello spazio, possibilità di ulcere corneali da traumatismo e infezioni oculari.
  • Anche le ciglia sono importanti eye3per evitare che pulviscolo e corpi estranei entrino negli occhi. Svantaggi: i ratti nudi sono perciò predisposti ad accumulo di materiale estraneo (sporco, lettiera, residui di tessuti…) e infezioni oculari.

NOTA: in passato ci hanno riferito di casi di inserimenti falliti o burrascosi e portati per le lunghe tra ratti nudi e ratti normali. Quando i ratti non hanno mai conosciuto un ratto nudo (ad es. fratelli nudi nella cucciolata, o un altro ratto immediatamente dopo lo svezzamento, nel periodo sensibile di socializzazione del cucciolo), potrebbero non essere in grado di riconoscerlo come loro simile, o se non altro a capire che si tratta di un ratto molto strano, da allontanare o da cui stare alla larga.
In questi casi nella migliore delle ipotesi i ratti pelosi saranno diffidenti e finiranno per tollerare il ratto “strano”, per lo più ignorandolo (quindi anche escludendolo dalle normali attività di gruppo, come ad esempio il dormire tutti insieme, almeno per i primi tempi), nel peggiore dei casi invece ci saranno episodi di aggressività, in cui il nudo partirà molto svantaggiato non avendo il pelo a protezione contro graffi e morsi. Il pelo ha inoltre un ruolo molto importante in ambito comunicativo: i ratti si gonfiano per esprimere disagio o tensione: un ratto nudo, non avendo a disposizione questo strumento per comunicare il proprio stato emotivo e le proprie intenzioni, potrebbe essere frainteso durante un inserimento e ciò ne comprometterebbe un buon esito.

Per questi motivi fate attenzione se volete inserire un rattino nudo nella vostra colonia: partite sempre da questa consapevolezza. Nel dubbio prendetene due e considerate l’eventualità di doverli separare dagli altri.


Non siamo qui a fare i moralisti, gridando che le varietà diverse dall’Agouti siano innaturali, che la selezione andrebbe abolita, né nulla di tutto ciò.

Noi stessi abbiamo avuto e amato ratti di colori particolari, ratti dumbo, ratti siamesi, marking più o meno rari… Va tutto bene, finché restiamo nell’interesse del ratto!
E la salute di questo è di certo nel suo interesse, è una priorità e va sempre tutelata!

I ratti nudi non sono ratti “particolari”, sono ratti anormali, ratti che hanno problemi di salute legati proprio al fatto di essere nati geneticamente nudi.
Qui non parliamo della differenza estetica tra un ratto agouti e uno siamese, tra un husky e un blue berkshire, ma proprio di un’anomalia genetica, una mutazione, sì spontanea (non sono  stati creati in laboratorio… quello si chiama ogm), ma di certo non favorevole alla vita del singolo e dell’intera specie!
I ratti nudi sono geneticamente immunodeficienti, mancano di un organo (il timo) che serve per lo sviluppo dei linfociti T, hanno quindi una minore competenza nel rispondere ai patogeni e alle cellule estranee (per questo vengono impiegati nei laboratori di sperimentazione: sono molto utili negli studi su linee cellulari tumorali umane e sui trapianti, dato che non possono rigettare il tessuto estraneo. Esempio). Possono anche avere altri problemi, a seconda dei geni coinvolti, come vedremo in seguito.

Tanto è vero che in Inghilterra i ratti nudi, insieme ai Manx/Tailless (=senza coda), non sono ammessi agli show espositivi dalla National Fancy Rats Society. Non ne è vietato l’allevamento, ma non è possibile portarli in show né dichiarare nel registro della nfrs chi li alleva. ( http://nfrs.org/banned.html )


Ma andiamo a vedere più nel dettaglio che cosa comportano i geni che causano la nudità nel ratto. Innanzitutto è da chiarire che esistono più geni che causano la mutazione nuda che possono agire a diversi loci genici (posizioni dei geni all’interno dei cromosomi), e che ognuna ha conseguenze diverse, perché i singoli geni influenzano l’organismo in vari modi.

Nonostante in Italia i nudi più diffusi vengano definiti True Hairless, in realtà non possiamo sapere senza un test genetico quale sia il gene coinvolto nei singoli casi. A conferma di ciò, facciamo notare come in Italia i ratti nudi abbiano manifestazioni fenotipiche molto diverse tra loro (talvolta c’è confusione anche tra nudi e double rex, tanta è la somiglianza) e non sempre perfettamente rispondenti allo standard del true hairless.

C’è anche da dire che la selezione dei ratti in Italia non è stata delle migliori, quindi non possiamo basarci troppo sull’estetica del ratto per ricondurlo ad una particolare mutazione, come vedremo descritta nel dettaglio di seguito.



Abbiamo deciso di tradurre letteralmente un articolo molto ben fatto del sito ratbehavior, che riporta tutti i riferimenti bibliografici. Trovate l’originale in inglese qui.

IL LOCUS NUDE (ROWLETT NUDE RNU E NEW ZEALAND NUDE NZNU)

Aspetto: baffi presenti ma piegati. Peli corti si trovano sulla testa e meno estesi sul resto del corpo. Dalle 2 alle 6 settimane di età la pelle può sembrare coperta da squame brune, in seguito i ratti diventano lisci e senza pelo. Più in là i ratti possono avere una ricrescita di pelo e successiva perdita (Festing et al. 1978)

Altri effetti: I ratti nudi non hanno un timo funzionante. Al suo posto c’è grasso bruno e un piccolo e anormale timo rudimentale. La mancanza del timo porta a immunodeficienza (nessuna risposta cellulo-mediata, ad es. delle cellule T). I ratti nudi crescono fino al 60-80% rispetto alla taglia dei ratti normali (Festing et al. 1978).

Genetica: Il locus nude codifica una proteina chiamata wing-helix protein, whn. La whn è coinvolta nella differenziazione epiteliale. È necessaria per il normale sviluppo della pelle, del pelo e del timo. Nella pelle, la wing-helix è espressa nelle cellule epiteliali. Un difetto della proteina wing-helix causa uno sviluppo anormale del pelo. Whn sembra mediare le differenziazione e transizione delle cellule. Per esempio, le cellule alla base del pelo si moltiplicano rapidamente. Poi alcune di loro cessano la moltiplicazione e si uniscono alla crescente colonna dell’asta del pelo. Whn media la transizione dallo stato proliferativo a quello non proliferativo delle cellule del bulbo pilifero (Prowse et al.1999).

Whn è il fattore chiare regolatore che mantiene l’equilibrio tra la crescita dei cheratinociti e la differenziazione nella cute (Brissette et al. 1996, Baxter and Brissette 2002). Nello specifico, gestisce l’inizio della differenziazione terminale dei cheratinociti nei corneociti (Lee et al. 1999). La mutazione rnu porta ad una differenziazione anormale dei cheratinociti, e a una super-sensibilità dei cheratinociti ai fattori di inibizione della crescita (Brissette et al. 1996, Baxter and Brissette 2002).

Whn è implicato anche nello sviluppo del timo, una ghiandola che deriva dal tessuto epiteliale, Whn è necessaria al tessuto timico primordiale per differenziarsi in un normale timo pienamente formato (Leeet al.1999).

Se la proteina whn è interrotta, come succede nella mutazione Rowlett nude (rnu) nei ratti, le cellule primordiali del timo non riescono a differenziarsi nei differenti tipi di cellule mature del normale timo. I ratti nudi pertanto non sviluppano il timo (Festing et al. 1978, Balciunaite et al. 2002).

I linfociti T maturano nel timo, perciò senza il timo una gran parte del sistema immunitario non è funzionante. I ratti nudi sono immunodeficienti. La funzione immunitaria che non dipende dal timo (cellule killer e natural killer), sembra essere normale (Chassoux et al 1983).

Development of athymic nude rats: http://sdb.bio.purdue.edu/fly/gene/forkhd2e.htm


IL LOCUS SHORN (SHN)

Aspetto: la shorn è una mutazione recessiva che causa la mancanza di pelo, scoperta nel 1993. I ratti shorn mostrano un mantello molto rado e a chiazze durante tutta la loro vita. Dalle 6 settimane hanno un mantello corto e rado sul corpo ma non sul muso, dalle 8 settimane il corpo è di nuovo quasi nudo e un pelo corto e sparso appare sul muso in un disegno a maschera. Gli adulti possono mantenere la una maschera di peli radi sul muso e peli radi e sfibrati su groppa e pancia. Hanno baffi corti e crespi (Moemeka et al. 1998).

Altri effetti: i ratti shorn sviluppano cuore e reni anormali, che sono gialli e bozzellati anziché rossi e lisci. Tendono ad essere più piccoli dei ratti normali e muoiono prematuramente, intorno ai 12-14 mesi di età (Moemeka et al. 1998).

Genetica: il locus shorn è stato mappato nella ristretta area del cromosoma 7 (Hall et al. 2000, Chrissluis 2002), che include un numero di geni: Hoxc genecomplex, keratin type II (krt2), e acquaporine 2 e 5. Il genecomplex Hoxc è responsabile del normale sviluppo del pelo nei topi (Godwin and Capecchi, 1998), e il krt2 codifica la cheratina base, la maggiore componente proteica del pelo dei mammiferi. Le acquaporine sono trasportatori facilitati di acqua attraverso la membrana cellulare, e si trovano ampiamente nei reni (ricerca in atto, T. King, J. Mulrooney, R. Rollin, and K. Martin-Troy).

La shorn può essere una grande mutazione, che compromette tutti e tre questi geni complessi in una volta.

Analoghi umani: la mutazione delle acquaporine figura spesso nel diabete insipido. Persone con diabete insipido non possono riassorbire l’acqua per produrre urine concentrate, anche se sono molto disidratati.

The shorn mutation: http://www.biology.ccsu.edu/mulrooney/research/reshome.htm


L’ALLELE FUZZY

Aspetto: i ratti omozigoti hanno baffi arricciati o attorcigliati alla nascita. Il primo pelo è corto, ispido, e i peli sono spezzati, cosa che dà al mantello un aspetto ondulato. Questo mantello corto può rimanere per uno o due cambi di pelo, ma a due mesi di età i ratti con questa mutazione hanno solo pelo rado e un’apparenza fuzzy (=leggera peluria lanuginosa), oppure sono completamente senza pelo. Dai 6 mesi, tutti i ratti omozigoti hanno di solito una pelle liscia e così rimane successivamente (Palm and Ferguson 1976, Ferguson et al. 1979, Marit et al. 1995)

Altri effetti: 

  • Insufficienza renale: i ratti fuzzy soffrono di nefropatia o progressiva nefrosi cronica, che accorcia la loro aspettativa di vita a 16,6 mesi nei maschi e 20,4 mesi nelle femmine.
    Dettagli: la nefrosi cronica progressiva prevede l’assottigliamento della membrana basale del rene con protein case, e porta all’insufficienza funzionale del rene. La nefrosi cronica progredisce in maniera diversa nei maschi e nelle femmine fuzzy. Generalmente i maschi sono più colpiti e a un’età più precoce rispetto alle femmine, anche se ad un’età avanzata tutti i ratti fuzzy hanno questa patologia. Nello specifico la nefrosi cronica inizia intorno alle 8 settimane di età in entrambi i sessi, ma nessuno dei due sembra esserne evidentemente affetto per molti mesi. Ad ogni modo, a 21 settimane di età quasi tutti i maschi hanno una nefropatia moderata, che diventa nefropatia diffusa in tutti i maschi di 32 settimane di età. Le femmine restano in salute più a lungo, infatti non mostrano una nefropatia diffusa fino alle 52 settimane di età, e anche in quel momento capita solo nella metà delle femmine. Ad un’età avanzata comunque tutti i ratti presentano una nefrosi progressiva.
  • Longevità: in uno studio longitudinale sulla salute dei ratti fuzzy, tutti i maschi e l’80% delle femmine erano debilitati dall’insufficienza renale e sono stati infine sottoposti a eutanasia. I maschi avevano raggiunto i 16,6 mesi (range: 12-20 mesi), e le femmine i 20,4 mesi (range: 17-26 mesi) all’ora della morte. Questa età alla morte è minore rispetto ai ratti normali, cosa che indica che i ratti fuzzy hanno un’aspettativa di vita inferiore (Marit et al. 1995).
  • Tumori: l’incidenza dei tumori nei ratti fuzzy è simile a quella dei ratti normali (70% delle femmine e il 25% dei maschi sviluppa tumori, la maggioranza dei quali benigni), ma i ratti fuzzy sviluppano tumori ad un’età più precoce dei ratti normali (Marit et al. 1995).
  • Ghiandole surrenali: degenerazione cistica dei surreni (rimpiazzo delle cellule corticali da spazi simil-cistici contenenti sangue o siero). Le femmine sono più soggette dei maschi. Questa condizione è rara e lieve nei ratti fuzzy giovani, ma in età avanzata il 100% delle femmine mostra lesioni da moderate a severe, e il 35% dei maschi da lievi a moderate (Marit et al. 1995).
  • Cute: La cute dei ratti fuzzy presenta follicoli in numero ridotto, più piccoli e poco sviluppati, Frequentemente il lume dei follicoli è ingrossato e completamente ricoperto di cheratina. Questi accumuli di cheratina formano cisti sulla pelle. La cute dei ratti fuzzy ha uno strato corneo lievemente più spesso (Palm and Ferguson 1976, Ferguson et al. 1979, Marit et al. 1995).
  • Pelo: lo stelo del pelo dei ratti fuzzy è più sottile e non contiene il midollo del pelo. Lo strato corneo è lievemente più spesso e meno organizzato del normale. Le ghiandole sebacee sono più sviluppate (Palm and Ferguson 1976, Ferguson et al. 1979, Marit et al. 1995).
  • Altro: lieve degenerazione del miocardio (cardiomiopatia), atrofia della retina (Marit et al. 1995).


Genetica: il gene esatto che è affetto dalla mutazione fuzzy non è conosciuto.
Comunque la mutazione fuzzy è stata mappata con una localizzazione sul cromosoma 1 nel ratto, e ci sono diversi geni potenzialmente candidati al posto. Uno dei più probabili che potrebbe essere coinvolto è il gene recettore 2 della crescita dei fibroblasti (Fgfr2) che è espresso nei follicoli piliferi (Ahearn et al. 2002).


UN ALLELE DEL FUZZY: IL CHARLES RIVER “HAIRLESS”

Aspetto: i ratti Charles River “hairless” presentano una anormale cheratinizzazione dello stelo del pelo, e la formazione di uno spesso, denso strato di cellule epiteliali morte (corneociti) sulla cute. Questo spesso strato non permette ai peli così poco cheratinizzati di penetrare lo strato superficiale della cute. I follicoli piliferi degenerano dopo solo un paio di giorni, e al 12′ giorno la cute presenta follicoli quasi del tutto degenerati, con peli anormali o spezzati.

Altri effetti: gli embrioni dei Charles River hairless non sono vitali come quelli normali, ma subiscono riassorbimento. Le madri con la mutazione producono cucciolate normali (circa 9 cuccioli), ma sono pochi crescono fino allo svezzamento (circa 2 cuccioli). È interessante notare come le madri ibride, portatrici di un allele Charles River e un allele Fuzzy (CRhr/fz, vedi foto) hanno molto più successo nel portare avanti i piccoli (Ahearn et al. 2002).

Genetica: La mutazione Charles River “hairless” annulla la proliferazione cellulare nella matrice del pelo e colpisce la differenziazione dei cheratinociti nel follicolo del pelo e nella cute (Panteleyev and Christiano 2001, Ahearn et al. 2002).

La mutazione Charles River “hairless” rappresenta un allele del fuzzy sul cromosoma 1, e frizzy nel topo (Ahearn et al. 2002). Sembrano esserci diverse mutazioni nel gene fuzzy nei ratti (Ferguson et al. 1979).


E LA MUTAZIONE HAIRLESS, HR?

La cosiddetta mutazione hairless nel ratto, designata hr in letteratura, è distinta dalla mutazione hairless del topo. La mutazione hairless del ratto è in realtà la Charles River hairless (quella appena vista), un allele del fuzzy (Ahearn et al. 2002, Panteleyev and Christiano 2001). Questo gene fuzzy nel ratto è un ortologo del gene frizzy del topo. Per rendere le cose ancora più complicate, i topi hanno anche un gene chiamato fuzzy, ma non è legato al fuzzy del ratto.

Il gene hairless del topo (il vero hr) è stato studiato approfonditamente. Anche gli umani possono avere la mutazione hr. I ratti tuttavia non hanno la mutazione hairless propriamente detta.



E quindi, in sostanza, che cosa possiamo fare noi?

Semplice, evitare di comprare ratti nudi! Quando compriamo un animale esprimiamo una preferenza, facciamo una domanda all’allevatore che lui poi compenserà con l’offerta, a maggiore domanda segue maggiore offerta.

Riprodurre ratti nudi significa mettere al mondo animali che avranno molto probabilmente problemi di salute, talvolta gravi. Abbiamo parlato dell’etica di allevamento in generale qui.

Sono anche gli unici ratti fortunati a non essere allevati da pasto (quando capitano è per un caso), non sono infatti adatti all’alimentazione dei rettili, che per una corretta digestione hanno bisogno della preda intera, compresa di pelliccia. A questo punto non ci sono proprio scuse per volerne prendere a tutti i costi uno, nemmeno il fattore “salvataggio” dai negozi (che comunque sconsigliamo, leggi qui perchè)!

Se proprio si vuole un ratto nudo bisogna essere ben consapevoli delle possibili conseguenze, perché presuppongono anche una spesa maggiore in termini medici,  e se avete deciso di accogliere un “rugoso” in famiglia allora esiste sempre l’alternativa dell’adozione, noi stessi abbiamo avuto qualche nudista in cerca di famiglia 😉

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